Ginocchio: prevenzione e recupero di un infortunio

Cronaca di una storia vera!

Prevenzione! Pensiamo sempre che le cose succedono agli altri. Allenarsi significa anche essere consapevoli e tutelarsi. Lo proviamo in questi giorni: nel momento in cui sei privato del tuo sport, ti manca! 

Non vorremmo mai che accadesse, ma purtroppo in certi casi dobbiamo fronteggiare delle problematiche fisiche che ci impediscono di fare attività. In certi frangenti una percentuale di rischio esiste sempre, inutile negarlo. Il nostro dovere è quello di abbassarla il più possibile. Dico sempre che: chi non fa niente non si fa mai niente! 

Giulia purtroppo, si è lussata un ginocchio giocando una gara giusto prima della chiusura totale. Voglio mostrarti, però, i suoi progressi perché se per lei sono la strada per ritornare in campo, per chiunque sono buoni spunti di prevenzione: tutti quanti dobbiamo essere responsabili del nostro corpo! I suoi risultati in 40 giorni sono veramente incredibili e vedrai con i tuoi occhi che non esagero. 

In questo percorso ringrazio Michele Dalmasso, uno dei ragazzi che mi coadiuvano nel lavoro e a cui cerco di trasferire un po’ della mia esperienza per i suoi studi in Scienze Motorie, che ha messo fisicamente in opera il protocollo che io ho supervisionato.  

Prima di addentrarci sul lavoro, però, voglio raccontarti un po’ della storia di Giulia, giovane centrale dell’U16 e della serie D del Cus Torino, atleta molto determinata e volitiva durante tutta la stagione e non solo nell’ultimo frangente.

Il 3 marzo sera, mentre gioca l’andata dei quarti di finale provinciali con le sue compagne, nel corso del secondo set in un cambio di direzione, purtroppo il ginocchio destro fa una torsione innaturale: urlo, lacrime e la giovane è a terra. 

Io sono lì in veste di sostenitore a bordocampo e mi ritrovo a soccorrerla: è evidente che il ginocchio è fuori asse, l’articolazione è bloccata e Giulia è molto spaventata e dolorante. La porto fuori dal terreno di gioco in attesa dell’arrivo dell’ambulanza, che la trasporterà in ospedale dove le verrà ridotta la lussazione. 

Nei giorni seguenti, nonostante il gonfiore e il dolore inevitabile all’articolazione, dopo la diagnostica e il consulto ortopedico, arriva una, seppur parziale, buona notizia: i legamenti hanno tenuto ed è scongiurata la necessità di intervento chirurgico.

Appena recuperati i gradi di estensione (cioè anche se non si piega ancora, la gamba si distende completamente), abbiamo da parte dei medici il via per stilare e mettere in opera un protocollo di recupero. 

Siamo intorno al 12 marzo e la situazione di “reclusione” a causa della pandemia, è pressoché totale, ma Giulia è determinata, e ha un gran desiderio di tornare in campo.

Vi lascio raccontare da Michele che ha seguito e supportato la giovane a distanza tramite supporti video. 

“A seguito della lussazione rotulea dell’atleta, l’obiettivo principale prefissato è stato il riequilibrio delle forze muscolari dell’arto interessato, ponendo l’attenzione sullo sviluppo della muscolatura della catena adduttoria. In un primo periodo, nel quale la ragazza usufruiva di un tutore, sono stati evitati movimenti di flessione dell’articolazione per non creare scompensi dannosi o linee di forza errate.” 

“Iniziamo, quindi, tutti lavori di rinforzo con tutte le precauzioni del caso senza farle mai flettere il ginocchio.”

“Giulia lavora sodo, 5/6 giorni su 7 e praticamente dopo poco più di una settimana passiamo a un nuovo livello di prestazione.” 

“La diminuzione graduale dell’angolo del ginocchio” prosegue Michele “è avvenuta in un secondo momento, una scelta conservativa vista la mancanza di feedback frontali e diretti durante la seduta.
Un aspetto ritenuto fondamentale, sin dalle prime esercitazioni, è stata la ricerca di un maggior controllo a livello addominale, necessario per una stabilizzazione globale del corpo.” 

“In questa nuova fase, a una decina di giorni dall’incidente, partiamo con nuove esercitazioni di rinforzo, con flessione ed estensione del ginocchio molto controllata, alla ricerca di stabilità dell’articolazione che non ha ancora un controllo e un asse di lavoro ideale.”

“La solerzia dell’atleta dà i frutti sperati e passiamo a una fase sempre più avanzata del lavoro con una serie di mezzi su un appoggio solo, sempre in rispetto della stabilità articolare e senza mai perdere di vista la sicurezza. 

Vista l’attuale situazione di pausa, il protocollo è stato pianificato con lo scopo di soffermarsi sul concetto di massima qualità possibile, considerando l’impossibilità dello staff di avere rapporti frontali con la giocatrice. Qualità intesa come angoli di lavoro ottimali, coordinazione inter e intra muscolare e creazione di leve articolari che garantiscono l’efficienza del movimento.”

“Tutto procede bene, nonostante le limitazioni del caso, e riusciamo, oltre a trovare angoli di lavoro sempre più profondi, anche a togliere il tutore all’articolazione. 

Siamo ormai a 28/30 giorni dall’accaduto e la ragazza ha già fatto circa 25 sedute di lavoro e i risultati sono diretta conseguenza di un atteggiamento esemplare.” 

“Con l’aumento della flessione, nell’ultimo periodo, sono state proposte alcune esercitazioni direzionate alla rapidità di contrazione muscolare, avvicinandosi maggiormente a lavori correlati con il modello prestativo (jump squat, arresti bipodalici e monopodalici).
Come ultimo step è previsto l’inserimento di cambi di direzione, con decremento progressivo degli angoli di lavoro.”

Non potremo proseguire il percorso fino alla ripresa della parte tecnica, per i motivi che ci impediscono l’attività in gruppo, ma di certo quando ci sarà l’occasione ci faremo trovare pronti. 

Questo è quello che si può fare in 40 giorni, in condizioni non ideali (senza palestra, fisioterapista e pesi), ma con grande atteggiamento nel lavoro e metodo. Ti sottolineo come questo recupero sia figlio anche di tutto il percorso svolto dalla squadra PRIMA dell’incidente che di certo ha agevolato il compito, accelerato i tempi (e, forse, ha scongiurato l’intervento chirurgico). 

Cosa possiamo imparare da questa storia? 

  • Nelle fasi di riscaldamento o nelle fasi di cool down inserisci SEMPRE lavori di prevenzione (puoi metterne un paio a rotazione di quelli che hai visto nei video, andranno bene serie da 10 ripetizioni per l’attivazione e per la prevenzione): non sarà mai tempo perso.
  • Cura la tecnica durante l’allenamento rispettando i canoni dell’esecuzione.
  • Fatti un video e valuta il tuo movimento (a volte abbiamo una percezione di noi che non è uguale alla realtà dei fatti) e impara a correggerti.
  • Usa la testa! Ricordati che non sei invincibile, sii prudente e abbi cura del tuo corpo (questo è un po’ il consiglio da anziano).

Spero che non ne abbiate mai bisogno, ma non è con le speranze che si ottengono i risultati. Competenze e prevenzione fanno la differenza e spero siano utili per voi oppure per qualche vostro atleta. E ricordati che nulla si fa senza costanza e dedizione quotidiana: io dico sempre che posso mettere a disposizioni le mie migliori armi, ma le battaglie sono di ogni atleta e ognuno deve combattere le proprie.

Tu fai prevenzione? Ti prendi cura del tuo corpo? 

Grazie!

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