COME ORGANIZZO LA SEDUTA PESI

L’allenamento è ordine! 

Partire da questo presupposto è fondamentale per aver in testa quello che è necessario fare. 

L’attenzione nelle piccole cose è un ottimo punto di partenza.

LA PALESTRA

Cerco immediatamente di portare il gruppo ad allenarsi nella stessa palestra che ci ospiterà per tutta la stagione. Può succedere che la struttura ospitante possa variare, non ancora pronta per le chiusure estive. Cambiare palestra pesi, significa cambiare attrezzature, cambiare spazi di lavoro, cambiare logistica nella disposizione degli attrezzi, cambiare i carichi (bilancieri, macchine e pesi non sono standardizzati), e tutto si traduce in cambiare stimoli per la squadra. Non si può farne un dramma, ma minimizzare queste interferenze mi aiuterà nella predittività dei nostri risultati. Cerco di sincerarmi con la società che queste migrazioni siano temporanee: un dirigente non ha gli strumenti che ho io per capire che a medio termine può diventare un problema ed è mia responsabilità educarlo spiegandogli l’esigenza. Il discorso è sovrapponibile anche per le strutture di allenamento tecnico: il fondo di gioco conta!

DIVISIONE IN GRUPPI

Organizzo dalle prime battute la mia squadra dividendola in 2 gruppi di lavoro. Non è determinante che siano per ruolo, io spesso procedo lasciando l’incombenza della decisione al capitano che pianificherà in funzione delle variabili del gruppo (dal semplice luogo di abitazione, agli impegni o abitudini, ai legami personali), lascio fare a loro la scelta per due ottime ragioni:

  1. Seppure sotto la mia supervisione, inizieranno a muoversi in modo autonomo nelle piccole cose, dote determinante anche in allenamento.
  2. Delegare non è un vezzo, ma una necessità. Non posso prendermi carico di ogni cosa: il mio compito sarà quello di decidere le criticità. Vorrei essere un fanatico del controllo di quelle 3/4 cose fondamentali che però faranno (o meglio spero facciano..) la differenza. Nessuno poi mi vieterà di fare richiesta a posteriori per apportare modifiche.

QUADERNO PER GLI APPUNTI

Mi preparo un quaderno personale dove poter scrivere ogni nota riguardante il mio operato. Dalle cose più banali che sono data ed ora dell’allenamento, il luogo ed il numero della seduta, a dati di maggior rilievo, se qualcuno del gruppo non partecipa ed il motivo, se faccio variazioni di programma per esigenze contingenti, insomma tutto quel che può essere considerato variabile che influenza gli stimoli allenanti. Lo faccio da subito, perché avere un report aggiornato mi permette di monitorare il lavoro, riproporre cosa ha funzionato e correggere cosa non è andato secondo le attese. Il lavorare con metodo parte da qui!

LAVAGNA

Io non stampo schede pesi. L’ho fatto in passato ed ho riscontrato un sistema rigido che non mi permetteva di variare il lavoro all’occorrenza. Ho target precisi da conseguire per ogni segmento stagionale, ma di certo la variazione dei mezzi e dei metodi per raggiungerli, mi permettono un sistema flessibile che assorbe meglio le molteplici variabili in gioco.

Procedo così: annoto (oltre che sul mio quaderno) ogni allenamento su una lavagna che viene esposta, l’atleta si presenta per consultarla e io fugo eventuali dubbi tecnici. Questo metodo mi permette di monitorare il lavoro di ogni singolo sia nell’immediato, sia nel cronico, l’intensità percepita durante l’esercizio e i postumi, dolori e sovraccarico nei giorni successivi. 

Sul mio taccuino ho uno screen dettagliato del gruppo, di chi soffre più un esercizio rispetto ad un altro, quale carico consigliare a ciascuna e tutto ciò diventa un modello predittivo per sapere se nei giorni seguenti alla seduta pesi, la squadra sarà “appesantita” oppure “brillante” fisicamente.

Tutto finalizzato alla salute del gruppo e alla biodisponibilità (se non sai di cosa sto parlando guarda qui).

Questo metodo è fondato su quel che chiamo flessibilità organizzata

I focus sono 3: 

  1. Alleno un movimento/ un muscolo: l’esercizio è solo il mezzo per fornire lo stimolo (se vai a lavoro con l’autobus o con la bici, cambia poco, basta che arrivi puntuale!).
  2. Conoscere il reale impatto di un esercizio sulle mie atlete e somministrare “dosi” di lavoro in funzione dei tempi di recupero (la percezione è soggettiva, ed io devo averne controllo e storico)
  3. Monitorare l’assorbimento dello stimolo e riscontrare se è funzionale all’obiettivo principale: la salute del gruppo e l’incremento della performance.

SCHEDA PESI PRIMA SETTIMANA

Detto che tutte le ragazze hanno già costruito una prima base di lavoro (vai a vedere qui), la prima settimana ha per me 2 punti focali su cui concentrarmi: 

  1. Conoscere le mie nuove atlete e le loro caratteristiche sul campo 
  2. Condizionamento generale (anche dal punto di vista organico) 

Scelgo normalmente un lavoro a circuito con stazioni di lavoro total body ed una parte di componente aerobica (lavori brevi 2.30/3.30” ad intensità media), sempre con un occhio di riguardo per il treno superiore per salvaguardare le spalle (ormai sapete che è un po’ la mia paranoia..).

Lo scopo è quello di orientarsi sui carichi corretti, evidenziare se ci sono lacune tecniche nelle esecuzioni degli esercizi, scoprire l’approccio del gruppo all’allenamento fisico, oltre ad avere un primo step di adattamento.

Cose da fare: 

  • Stabilizzare il prima possibile la logistica della palestra: struttura e gruppi
  • Scegliere un metodo di gestione della seduta pesi (non necessariamente il mio..)
  • Annotarsi ogni situazioni rilevante per monitorare andamenti e creare un modello predittivo testato sul campo
  • Delegare il superfluo, focalizzarsi solo sulle criticità 

Riflessione:  La disciplina è libertà!  (Cit. Navy Seal) 

La prossima settimana ti condividerò la mia scheda della prima settimana la commenterò per te, ti spiegherò con che logica l’ho costruita e, soprattutto,  ti dirò come è andata! 

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