FATICA: PERCHÈ SPESSO MI STANCO SUBITO!

Non ci credo che anche tu, come me, non hai quell’esercizio che ti fa davvero penare, che odi con tutto te stesso e che davvero faresti di tutto per poter evitare.

Se almeno una volta nella vita hai detto la frase “..sì, ma questa è una fatica diversa..” avevi ragione! Ed in questo articolo cerchiamo di capire cos’è, come insorge e che cosa può farci comodo sapere per poterla gestire al meglio durante il tuo allenamento.

Se cerchi una definizione puoi trovare tra le tante questa: “FATICA: sforzo inteso o prolungato che porta ad un progressivo indebolimento delle facoltà di resistenza fisiche”.

Già da qui possiamo trarre una riflessione: può essere intensa e può essere invece prolungata. 

Quindi è d’obbligo fare una prima distinzione che possiamo tradurre in fatica muscolare e fatica organica

FATICA MUSCOLARE e FATICA ORGANICA 

Facciamola semplice e cerchiamo di capire meglio con un esempio. Pensa a quando almeno una volta hai fatto le scale di un edificio con un pacco o una borsa della spesa: la ricordi quella sensazione? Potresti averne provate 2 diverse: o forte bruciore alle gambe, soprattutto se dovevi fare parecchia strada o affanno respiratorio, quello che comunemente chiamiamo fiatone! 

Questa è la grande distinzione: la fatica muscolare fa “bruciare” i muscoli e la fatica organica fa venire il “fiato corto”.

Il compito della fatica è quello di salvaguardare il sistema: il nostro corpo non è proprio così incline al muoversi (visto già in un altro articolo che puoi trovare qui), lo fa per esigenza e in ogni caso non lo fa particolarmente volentieri ed è una legge di natura di salvaguardia della specie.

I due fattori che hanno origini indipendenti, ti portano comunque al processo di interruzione dell’attività! Questi due binari paralleli confluiscono comunque sempre sullo stesso perché uno influenza l’altro perché tutti e due dipendono dalla mancanza di ossigeno.

È solo una questione di chi soccombe prima perché è più debole tra il tuo apparato muscolare o quello respiratorio! Ma quando la nave inizia ad imbarcare acqua prima o poi affonda e non importa molto se la falla è a poppa o a prua, il risultato finale non cambia: si inabissa portandosi dietro l’altra parte 

STIMOLO DIPENDENTE 

È stimolo specifico! Questo perché avviene? Perché oltre ad avere delle implicazioni muscolari e fisiologiche ci sono anche delle forti dipendenze psicologiche. Il cervello è incline alle abitudini, al noto, al sicuro: è ancora una volta la nostra natura animale che si mostra. Se cambi qualcosa nelle routine di allenamento il corpo lo sente subito forte e chiaro e di certo non lo gradisce. 

Tradotto in maniera molto pratica: non è assolutamente detto che se sei abituato a correre allora non farai fatica ad andare in bicicletta! Sforzi diversi, stimoli diversi, reazioni diverse! 

È pieno di pubblicazioni scientifiche che mostrano come non sia un problema di parametri fisiologici alterati ma la percezione del carico interno dell’atleta. In soldoni: la mia frequenza cardiaca può esser la stessa sia mentre corro che mentre pedalo, ma se nel primo caso riesco a proseguire, nel secondo mi devo fermare perché non riesco a sopportare. 

Alleno pallavoliste donne da più di 10 anni e se vuoi farle veramente incazzare c’è un modo semplicissimo: falle correre! Non è un problema di intensità dell’esercizio che è tranquillamente sopportabile, ma è un problema di diversa percezione di quell’azione che è molto lontana dalla loro base line standard di fatica.   

Disabitudine allo sforzo crea stress interno e perdita di focus e attenzione e quando ti si insinua il tarlo nella testa di non farcela, stai pure certo che non sarà facile scacciarlo!

COSA FARE?

Capito che siamo molto selettivi e interpretiamo gli sforzi in funzione della nostra abitudine del farlo perché intaccano sia il nostro corpo, partendo dagli aspetti più deficitari e poi la nostra psiche, non ci resta che capire come migliorare

Se vuoi raggiungere un obiettivo non puoi fare cose a caso! Devi seguire una serie di step precisi! 

CHIARIRE IL TARGET: 

Non vi sono acque calme per il marinaio che non conosce la rotta! Che il tuo obiettivo sia camminare 10 km o scalare il monte bianco, che sia correre intorno all’isolato di casa tua o che sia una maratona, devi averlo fissato in testa, questo è il primo motivo per cui non riesci ad ottenere un miglioramento significativo. 

Vi porto il classico esempio della corsa: molti escono e vanno.. senza meta, non hanno in mente nulla e se gli chiedi “oggi come ti alleni?” rispondono “..boh, vado avanti finchè non sono stanco!”. E se ti stanchi che non sei ancora arrivato fuori dal palazzo di casa tua? Che fai? Torni a casa? Allenati sempre con un obiettivo! Il cosa fai è solo il mezzo per raggiungerlo! Io dico sempre: non allenarti fin quando sei stanco, allenati fin quando non hai finito! 

INTENSITÀ vs QUANTITÀ

Se cammini 10 km a piedi in pianura non è detto che tu riesca a correre 1 km oppure a camminare 5 km in salita.

Ci aspettiamo dei risultati ma non ci curiamo di stimolare il nostro corpo in maniera adeguata per poterlo prima fare aggiustare e poi adattare agli stimoli. Spesso ci troviamo a pensare che ci sia una sorta di conversione diretta tra alcune azioni. Attività anche simili danno riscontri diversi tra di loro! 

La cosa che ti fa davvero migliorare è ridurre il volume, ma tenere l’intensità vicino allo stimolo che desideri migliorare. In pratica: se il tuo obbiettivo è correre 5 Km inizia dalla distanza massima di corsa che riesci a sostenere che siano anche 100 mt, ma corri! Quante più volte riesci a farlo, intervallando a delle pause, ma avvicinati quanto più al gesto che vuoi implementare. Se ti aspetti di migliorare con un’attività simile, mi spiace ma l’adattamento non arriverà mai. Il corpo è strutturato per recepire stimoli e risolverli in maniera più fedele possibile al problema a cui viene sottoposto: più ti allontani dal problema, più ti allontani dalla soluzione. 

QUANTO CI VUOLE?

L’acqua bolle a 100°. Non puoi pretendere di avere variazioni sensibili in tempi ristretti, ed è dipendente dalla intensità della fiamma a cui la sottoponi. Se hai una fiamma debole e non costante, non bollirà mai! 

Ovviamente dipende da quanto è ambizioso il tuo traguardo rispetto al tuo punto di partenza. I primi miglioramenti si hanno dopo 8-10 stimoli consecutivi (non meno di 2 volte a settimana). Non variare gli stimoli, tieni i parametri vicini  o paragonabili, varia il volume quindi aumenta il numero di ripetizioni o la distanza da percorrere solo se riesci a tenere l’intensità che ti sei prefissato. Se non ci riesci vuol dire che non sei pronto ad aumentare! Il tuo corpo ha un potenziale enorme come quello di tutti, ma necessita di tempo per poterlo esprimere e per potersi adattare. 

DISCLAIMER FINALE 🙂 

Se non intendi investire 8 allenamenti sul tuo obiettivo ti consiglio di cambiarlo, non fa per te e di non sprecarci nemmeno 8 secondi nel provare a pianificarlo.

Se pensi che sia troppo complicato, ti sconsiglio di provare in altro modo.. perderai solo del tempo! Probabilmente delle eccezioni esistono ma è altrettanto probabile che quella eccezione non sia tu! Piuttosto fatti aiutare, fatti seguire se davvero vuoi migliorare! Se invece sei determinato e vuoi davvero qualcosa, datti da fare, metti in pratica il tuo piano e vai a cogliere il tuo risultato.

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